Che cos'è Google Shopping
Google Shopping è quella sezione del motore di ricerca — facilmente riconoscibile grazie alla tab “Shopping” o ai riquadri con foto, prezzo e venditore che spesso compaiono sopra i risultati — pensata per aiutare gli utenti a confrontare prodotti, marchi e prezzi in modo immediato.
Se in Italia non è ancora così scontato trovarla familiare, nel mercato americano, la componente "shopping" di Google è ormai parte integrante della customer journey: oltre ad essere una tab dedicata nel motore di ricerca, l’interfaccia principale di Google si trasforma quando l’utente digita una ricerca di tipo commerciale, offrendo la possibilità di filtrare i risultati per prezzo, colore, materiale, e rimandando poi l’utente al sito del venditore per completare l’acquisto.
Qui vediamo due esempi, il primo mostra la ricerca in Italia per cravatte da uomo: la pagina dei risultati di ricerca (SERP) dopo i risultati a pagamento, mostra un tradizionale elenco di link ai siti web.

Ma se svolgo la stessa ricerca negli Stati Uniti, ecco che Google cambia interfaccia completamente: ho una barra laterale per affinare la ricerca, e un feed di prodotti cliccabili da poter consultare agilmente.

Per ottenere lo stesso risultato in Italia, dobbiamo fare un passaggio ulteriore: andare su Google Shopping (google.com/shopping) e effettuare la ricerca da lì. Il motivo di questa differenza è in una minore propensione dell’utente italiano a cercare tramite comparatori, e preferire la ricerca diretta sul sito del brand o su grandi rivenditori come Amazon.
Non è escluso però che il comportamento degli utenti possa cambiare, soprattutto con le imminenti novità annunciate da Google sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nell’esperienza shopping. E se già ora è comunque fondamentale ottimizzare i propri prodotti perché siano mostrabili nelle sezioni “prodotti” o “shopping”, lo sarà sempre di più grazie all’avvento dei nuovi motori di ricerca AI based come ChatGPT o Perplexity.
Il futuro dello shopping è conversazionale
A maggio 2025, durante conferenza Google I/O, Google ha annunciato alcuni aggiornamenti che confermano la direzione del futuro: Shopping diventa sempre più un’esperienza conversazionale. La nuova modalità “AI Mode”, integrata nel motore di ricerca, permette agli utenti di dialogare con Gemini (il modello AI di Google) per cercare consigli, confrontare opzioni, affinare i criteri fino ad arrivare a una proposta d’acquisto su misura.
Un esempio? Scrivendo “voglio un paio di scarpe comode per camminare tutto il giorno a Roma in estate”, l’AI interpreta il contesto (caldo, lunghe camminate, città) e suggerisce prodotti coerenti e personalizzati, supportata dal cosiddetto Shopping Graph, il grafo che collega oltre 50 miliardi di schede prodotto in tempo reale.
Se AI Mode è già live in US e UK ma non ancora nel resto del mondo, Google ha già annunciato delle ulteriori novità. Diventerà più centrale l’esperienza visuale con il “Virtual Try-On” per l’abbigliamento: scattando una foto, si potranno vedere anteprime realistiche di come un capo starebbe addosso. Oppure il sistema di agenti intelligenti, che segnala quando un prodotto cala di prezzo, ed è in grado anche di completare in autonomia l’acquisto tramite Google Pay, se l’utente lo ha autorizzato.
La direzione è chiara: Google Shopping non sarà più solo una vetrina, sarà un assistente personale.
Come farsi trovare su Google Shopping
Entrambi i formati disponibili (a pagamento e gratuiti) si alimentano grazie a un elemento chiave: il product feed. Un file contenente tutte le informazioni sui prodotti — titolo, descrizione, prezzo, disponibilità, immagine, link alla pagina — che viene caricato sul Merchant Center, la piattaforma gratuita messa a disposizione da Google per gestire l’inventario. Da lì, Google “legge” i dati e li mostra agli utenti secondo criteri di pertinenza e qualità.
Ottimizzare il feed su Merchant Center
È necessario inserire per tutte le country i termini di reso, spedizione e relative tempistiche, e in generale compilare ogni attributo disponibile per la codifica dei prodotti.
Merchant Center offre anche una serie di alert e consigli di ottimizzazione, ad esempio sull’implementazione delle recensioni, o sulla qualità e il numero delle immagini. Tutti i consigli sono sostanziati da dati sulle performance, integrate direttamente in piattaforma, che permettono di monitorare i risultati che i prodotti stanno ottenendo.
Ottimizzare i dati strutturati sul sito
Nel caso dei risultati organici, entrano in gioco anche i dati strutturati presenti nel sito web: sono frammenti di codice che aiutano Google a capire cosa rappresentano immagini, descrizioni, prezzi. In sostanza: se vogliamo che i nostri prodotti vengano letti correttamente da un’intelligenza artificiale, dobbiamo parlare la sua lingua.
Come per il feed Merchant Center, anche per i dati strutturati valgono le medesime direttive: più informazioni inseriamo, più l’AI avrà elementi su cui basarsi per consigliare il nostro prodotto: titolo, descrizione, immagini, URL, prezzo, availability, varianti prodotto per taglia e colore, occasioni d’uso.
Dobbiamo iniziare a considerare i nostri siti web come dei grandi database di informazioni, chi li rende più fruibili all’AI ha vinto il nuovo gioco della visibilità online.
Recensioni: una nuova-vecchia opportunità
Non è certo una novità che le recensioni siano un importante fattore di incentivo all’acquisto, così come non è una novità che siano già integrate su Google proprio grazie ai dati strutturati.
Questo è però ancora più importante per i motori di ricerca AI based, che quando si trovano a dover consigliare un prodotto o un servizio si affidano consistentemente alle opinioni online. Quora, Reddit, Trustpilot et similia assumono una nuova rilevanza, così come la possibilità di integrare le recensioni sul proprio sito permette di avere un maggior controllo su quello che gli utenti dicono di te – ed eventualmente agire sui principali pain points.
In conclusione
L’intelligenza artificiale sta cambiando le regole del gioco, e non sempre in modo lineare. Ma proprio per questo le aziende che sapranno fornire contenuti di qualità, coerenti e aggiornati, avranno un vantaggio competitivo. Il futuro dell’e-commerce non è fatto solo di click, ma di conversazioni. E farsi trovare nel momento giusto e nel modo giusto può fare la differenza tra un prodotto dimenticato e uno acquistato.