Sicuramente ti sarai chiesto almeno una volta: “Il mio sito è amico di Google?”. In altre parole, stai facendo tutto il possibile per far sì che Google lo riconosca come utile, autorevole e ben strutturato?
In questo articolo capirai se il tuo sito risponde alle esigenze del motore di ricerca che (ancora ma per ora) è leader di mercato, con consigli pratici, strumenti utili e qualche informazione sulle nuove tecnologie AI che possono aiutarti nel processo.
Perché si parla ancora di Google come motore di ricerca principale
Nonostante l’avanzata dell’intelligenza artificiale e l’attenzione crescente verso chatbot come ChatGPT e assistenti vocali, la ricerca su Google resta una delle attività digitali più frequenti per gli utenti. I dati confermano1 che Google non solo mantiene il primato nel numero di ricerche, ma continua a crescere in volume anche e proprio grazie all’integrazione di feature legate all’AI, come AI Overview ufficializzata in Europa a marzo 2025.
(Solo) tre aspetti da considerare e di ricerca principale
Quando si parla di ottimizzazione SEO, è facile perdersi in centinaia di tecnicismi. Tuttavia, per capire se il tuo sito è davvero amico di Google, bastano tre elementi chiave: la salute tecnica, la qualità dei contenuti e l’autorità costruita attraverso i link. Concentrarsi su questi aspetti ti aiuta a coprire le basi e migliorare il posizionamento senza complicarti troppo la vita.
La salute tecnica del sito è la base di tutto
Ecco cosa devi controllare:
-
Velocità di caricamento: un sito lento frustra gli utenti e aumenta il tasso di abbandono. Google considera la velocità un fattore di ranking, perciò è essenziale ottimizzare immagini, ridurre script inutili e sfruttare la cache del browser.
- Mobile-friendly: oggi più del 60% del traffico web proviene da dispositivi mobili2. Google utilizza l’indicizzazione “mobile-first”, cioè valuta prima la versione mobile del sito. Assicurati che il tuo sito si adatti perfettamente a schermi di varie dimensioni.
- URL semplici e strutturati: URL chiari, brevi e descrittivi aiutano sia Google sia gli utenti a comprendere il contenuto della pagina. Evita URL lunghi con parametri inutili.
- Sitemap XML e file robots.txt: La sitemap aiuta Google a scoprire e indicizzare tutte le pagine, mentre il file robots.txt gestisce quali parti del sito devono essere scansionate o escluse.
- Errori di scansione: pagine con errori 404 o link rotti danneggiano la SEO e l’esperienza utente. Usare strumenti come Screaming Frog SEO Spider ti permette di individuare e correggere questi problemi in modo sistematico.
- Internazionalizzazione: la presenza di implementazioni specifiche, come il tag <heflang>, nel caso di siti multi-lingua è la chiave per una presenza coerente della corretta versione del sito per l’audience di riferimento.
Perché è importante?
Contenuti di qualità e perché è sempre valido affermare che “Content is King”
Cosa significa concretamente offrire contenuti di qualità?
- Originalità: evita contenuti copiati o duplicati. Google penalizza i siti che non apportano valore unico.
- Approfondimento: cerca di trattare i temi in modo esaustivo, anticipando le domande che gli utenti potrebbero avere.
- Chiarezza: usa un linguaggio semplice e diretto, suddividendo il testo in paragrafi brevi e leggibili.
- Organizzazione: titoli (H1, H2, H3), grassetti e liste puntate aiutano a mettere in evidenza i punti chiave e migliorano la scansionabilità.
- Aggiornamenti regolari: i contenuti freschi sono preferiti da Google e mostrano che il sito è attivo e curato. Ma ricorda, dipende dalla natura del business e dalla tipologia di topic!
Benefici di contenuti di qualità:
- Maggior tempo di permanenza sul sito da parte degli utenti.
- Più condivisioni e backlink naturali.
- Riduzione della frequenza di rimbalzo.
- Migliore posizionamento nei risultati di ricerca.
Valorizzare il network digitale con i link
Perché i link sono così importanti?
- Backlink (link esterni): Google li interpreta come voti di fiducia. Un sito che riceve link da fonti autorevoli acquisisce maggiore credibilità e autorità agli occhi dei motori di ricerca.
- Qualità vs quantità: non tutti i link sono uguali. Meglio pochi link da siti rilevanti e affidabili che tanti link da siti spam o di bassa qualità, che possono causare penalizzazioni.
-
Link interni: collegare tra loro le pagine del sito aiuta Google a scoprire tutti i contenuti e a capire quali sono i più importanti. Inoltre migliora la navigazione degli utenti, guidandoli lungo un percorso coerente. E, neanche a dirlo, anche in questo caso i benefici si registrano non solo per l’Authority del sito e il suo consolidamento ma anche per essere rilevante all’interno dell’ecosistema degli agenti intelligenti.
Il Toolkit per ogni buon SEO: gli strumenti indispensabili
Per fare SEO (bene) oggi è necessario saper leggere i segnali che Google interpreta, nonché rimanere aggiornati sulle novità dell’ecosistema entro cui si muove e degli strumenti che possono essere sfruttati: si tratta di una materia in continua trasformazione.
Ecco alcuni degli strumenti fondamentali da avere nella tua cassetta degli attrezzi:
- Google Search Console – indispensabile per monitorare copertura, indicizzazione, performance su mobile e presenza nei risultati.
- Screaming Frog SEO Spider – il miglior alleato per effettuare audit tecnici su larga scala: trova errori di scansione, redirect, duplicazioni, tag mancanti e verifica il comportamento del sito lato SEO.
- PageSpeed Insights & Lighthouse – offrono un’analisi dettagliata sui Core Web Vitals e su eventuali problemi di caricamento legati al frontend.
- GTmetrix – utile per affiancare gli strumenti Google, con dati pratici su tempi di risposta, richieste al server e impatto degli elementi in pagina.
- Google Trends – perfetto per analizzare la stagionalità delle ricerche e confrontare volumi su temi e keyword.
- Semrush – suite completa per keyword research, audit, tracking delle SERP, analisi competitiva e molto altro.
- Ahrefs – eccellente per il monitoraggio del profilo backlink, la ricerca di contenuti ad alta performance e l’esplorazione di siti competitor.
Ma oltre agli strumenti, resta fondamentale la capacità critica di leggere e interpretare i dati, valutare priorità, e parlare un minimo il linguaggio del codice: per riconoscere un <h1> mal posizionato, un <noindex > inaspettato o un file JS che blocca il rendering. In altre parole, la tecnologia serve, ma la comprensione fa la differenza.
Come l’AI sta modificando le modalità di ottimizzazione e monitoraggio
Lo abbiamo detto, lo stiamo vivendo: l’AI sta cambiando il modo in cui facciamo ricerche ma non solo, i motori di ricerca la stanno adottando per creare metodi di valutazione sempre più sofisticati andando ben oltre il concetto tradizionale di “keyword”.